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Moses
Mendelssohn
PERFEZIONE
E ARMONIA. Scritti vari
introduzione e
traduzione di Raffaele Ciafardone, marzo 1995,
pp. LXIV+356, £. 44.000
A Moses Mendelssohn le
storie della filosofia dedicano poche righe per
ricordarlo come il maggiore rappresentante della
«Popularphilosophie» e come lautore di
una dimostrazione dellimmortalita'
dellanima fondata sullaspirazione
delluomo allindefinito
perfezionamento e confutata da Kant nella
Dialettica trascendentale della Critica della
ragion pura. Ma e' erroneo considerare
Mendelssohn come un filosofo
popolare, privo di Grûndlichkeit;
egli e' infatti un filosofo sistematico,
metafisico che si e' formato alla scuoladi
Leibniz e di Woff.
Dal punto di vista
storico, la sua filosofia costituisce la piu'
ferma opposizione alla diffusione
dellempirismo inglese e del materialismo
francese nella fisofia tedesca della seconda
meta' del Settecento e lultimo tentativo di
evitare la capitolazione della filosofia
speculativa. A tale scopo egli invita i maggiori
filosofi del suo tempo, in particolare lo
«schiacciatutto» Kant, a reagire alla deleteria
tendenza dei Tedeschi alla «servile imitazione
scimmiesca» e a operare un sovvertimento tale da
innalzare nuovamente la calpestata metafisica.
Dal punto d vista
teoretico, la filosofia di Mendelssohn si fonda
sui concetti d perfezione e di armonia (donde il
titolo dellantologia), che forniscono la
soluzione di tutti i problemi: dal problema del
rapporto tra Aufklärung (rischiaramento) e
kultur (cultura) a quelli della
destinazione delluomo,
dellarte, del diritto, della politica e
della religione.
Sommario:
Introduzione - Avvertenza - Nota
bio-bibliografica - I. La destinazione
delluomo: 1. T. Abbt: il selvaggio
non ha la coscenza dellamore universale per
il genere umano; 2. Mendelssohn: la
promozione del bene generale non richiede
riflossione; essa e' uninclinazione
naturale; 3. T. Abbt: la brama del piacere
sensibile mira non soltanto alla conservazione
del corpo, ma anche al mutamento dello stato
dellanima; 4. Mendelsshon: duplice
azione, fisica e spirituale della brama sensibile;
5. T. Abbt: Se la destinazione delluomo
consistesse nel perfezioanmento del pensiero,
migliaia di persone non potrebbero conseguirla;
6. Mendelssohn: ogni uomo ha la sua propria
destianzione, ma ha anche una maggiore o minore
somiglianza con altri individui riguardo a
facolta', capacita', posizione; pertanto la sua
destinazione concorda piu' o meno con quella
degli altri; 7. T. Abbt: dalla
destinazione delluomo in quanto genere non
deducibile la destinazione delluomo in
quanto individuo. La ragione non puo' sciogliere
il nodo della vita umana; lesperienza
mostra che sulla terra si ha una ripartizione
inadeguata di felicita' e infelicita', di
ricompense e punizioni; 8. Mendelssohn:
con questa vita non tutto e' finito per
luomo. Egli non e' un mezzo di cui la
provvidenza si serve per conseguire scopi
superiori; 9. T. Abbt: dubbi sulla
possibilita' di un perfezionamento
allinfinito delle capacita' umane; 10. T.
Abbt: non abbiamo alcuna certezza di appartenere
ad una classe di esseri diversa da quella degli
esseri mortali; 11. Mendelsshon: tutti gli
esseri del creato si conformano agli scopi di
Dio. Ma, rispetto a essi, luomo ha la
peculiarita' di diventare piu' perfetto mediante
lo sviluppo delle sue capacita'; 12. Mendelsson:
soluzione delle questioni sollevate da Abbt;
13. Mendelssohn: luomo non e' destinato
a scomparire per sempre; 14. T. Abbt: e'
vero che ogni cosa ha la sua propria destinazione
cui appartengono strumenti propri, ma non e'
possibile dire che cosa essa sia; 15.
Mendelssohn: senza molteplicita' non ve'
perfezione; luniformita' nelle destinazioni
sopprimerebbe laccordo, lordine, la
bellezza e la perfezione del creato; 16. T.
Abbt: la molteplicita' e' una parola vuota; non
sappiamo nulla dei gradi di sviluppo; 17. T.
Abbt: dubbi sulla necessita' della molteplicita'
dei gradi di sviluppo. Il perfezionamento delle
facolta' psichiche non e' peculiare della
destinazione degli uomini; 18. Mendelssohn:
la destinazione degli uomini e' diversa da quella
degli altri spiriti perche' essi sviluppano con
laiuto di sensi determinati e sulla terra
il grado di perfezione che e' stato loro
destinato; 19. Mendelssohn: non gli
animali ma luomo è lo scopo ultimo della
creazione; egli ha la capacita' e la premura di
sempre maggiore perfezione sulla terra e
nellal di la'. Le tappe del suo sviluppo
sono: famiglia, societa', conoscenza di Dio e dei
suoi attributi; 20. Mendelsshon: la vita
non e' il sommo bene, I difetti e
lingiustizia nella destinazione degli
uomini servono per la perfezione eterna; 21. J.G.
Herder: unanima liberata dal corpo e dalla
sensibilita' e' una deformita'. Non sappiamo
nulla di una perfezione pura, spirituale; 22.
J.G. Herder: la destinazione delluomo e'
il suo perfezionamento in questa vita;
23. Mendelssohn: luomo ha bensi' una
natura mista, ma cio' che egli produce ha per
scopo ultimo lanima; 24. Mendelssohn:
viviamo per lasciare il mondo piu' perfetto di
quando vi entrammo; 25. J.G. Herder:
lessenza dellanima perdura dopo la
morte, ma le capacita' da essa acquisite devono
cessare - II. Il risciaramento: 1. Dibattito
sulla Aufklärung alla Berliner
Mittwochs-Gesellschaft: J.C.W. Möhsen, E.F.
Klein, G.C. Svarez, Mendelssohn, F. Gedike;
2. Mendelssohn: il rischiaramento come
rischiaramento del popolo; 3. A. Hennings:
intolleranza e barbarie degli Ebrei. Necessita'
del rischiaramento; 4. A. Hennings: il
perfezionamento non e' la vera destinazione
delluomo; 5. Mendelssohn: scopo
della natura e' il perfezionamento
dellindividuo, non del genere umano; 6.
Hennings: il dubbio circa il perfezionamento
concerne il singolo uomo, non lumanita';
7. A. Hennings: dappertutto inganni,
tradimenti, egoismo; 8. A. Hennings: il
rischiaramento senza la cultura e' come la luce
solare senza il regno vegetale. E' infelice lo
stato in cui Bildung e Aufklärung
sono in conflitto luna con laltra;
9. Mendelssohn: il rischiaramento concerne la
conscenza, la cultura, i costumi. Il primo puo'
essere dannoso alla seconda se la precorre troppo;
10. A. Hennings: il rischiaramento e' il padre
e il tutore della cultura. Esso consiste
soprattutto nelle conoscenze pratiche. Il
progresso e' sempre graduale e non ve'
collisione tra rischiaramento e cultura; 11. Mendelssohn:
la questione dei pregiudizi del popolo non puo'
essere oggetto di esame pubblico, ma
devessere discussa da societa' chiuse come
la Mittwochs-Gesellschaft - III. Lanima:
1. Immortalita' dellanima; 2. Spiritualita'
dellanima; 3. Unione dellanima
con il corpo - IV. La verita': 1. La
verita' e i suoi contrassegni; 2. Dimostrazione
della realta' oggettiva del mondo esterno; 3.
Evidenza della conoscenza immediata.
Conoscenza razionale. Conoscenza naturale; 4.
Confutazione dellidealismo e del
materialismo - V. Lesistenza di Dio:
1. Origine dei saggi sullesistenza di
Dio; 2. La tendenza materialistica della
filosofia tedesca degli anni 50-70;
3. Il principio di obbligo di fede di Basedow.
Sua inutilizzabilita' per la dimostrazione
dellesistenza di Dio; 4. Assiomi
dellesistenza di Dio; 5. Evidenza
della matematica pura e della matematica
applicata. Suo confronto con levidenza
delle dimostrazioni dellesistenza di Dio.
Loro differenti metodi; 6. Dimostrazioni a
priori dellesistenza di un essere
perfettissimo, necessario e indipendente -
VI. La dottrina dellarmonia prestabilita:
1. Mendelssohn: Spinoza, non Leibniz, e'
linventore dellarmonia prestabilita;
2. J.G. Lessing: a Spinoza non e' attribuibile
la teoria dellarmonia prestabilita, perche'
per lui corpo e anima non sono essenze differenti;
3. Mendelssohn: Spinoza considera corpo e
anima come la medesima sostanza, ma non come la
medesima cosa. Egli ha sostenuto larmonia
prestabilita prima di Leibniz; 4. Bayle,
Leibniz e Wolff critici di Spinoza; 5. La
concezione leibniziana dellinfinita' del
mondo; 6. Il principio leibniziano degli
indiscernibili e la dimostrazione che ne ha dato
Wolff - VII. La filosofia di Spinoza:
1. Mendelssohn: dubbi sulla dichiarata
adesione di Lessing allateismo spinoziano;
2. Mendelssohn: il pensiero non e' un
attributo della sostanza, ma si trova in noi
fuori dellessenza divina. La dottrina della
continuita' coesiste con la dottrina delle monadi
e, anzi, la fonda; 3. F.H. Jacobi: Lessing
ha riconosciuto che non ce'
nessunaltra filosofia che quella
spinoziana. Pensieri fondamentali del suo
spinozismo; 4. Mendelssohn: gli esseri
finiti non sono uniti con linfinito.
Spinoza confonde linfinito intensive
con linfinito extensive; 5. Mendelssohn:
la vera sostanza spinoziana presuppone
lesistenza di un essere singolo, infinito
intensive e dotato di pensiero; 6. Mendelssohn:
replica alla difesa dello spinozismo panteistico
da parte di Lessing; 7. Mendelssohn:
coesistenza del panteismo purificato
di Lessing con la religione e la morale cristiana;
8. Mendelssohn: il resoconto che Jacobi fa del
suo colloquio con Lessing non e' credibile;
9. Mendelssohn: suo disaccordo con Jacobi
sulla corretta interpretazione della concezione
spinoziana del rapporto infinito-finito; 10. Mendelssohn:
assenza di determinatezza concettuale nella
spiegazione che Jacobi da' della filosofia
spinoziana - VIII. Il rapporto tra la
filosofia e la matematica: 1. Le verita'
metafisiche sono suscettibili della stessa
certezza ma non della stessa perspicuita' delle
verita' geometriche; 2. La matematica e'
una scienza analitica; 3. La geometria non
ha bisogno di segni arbitrari; essa possiedde
segni essenziali che rappresentano
luniversale in concreto.
Laritmetica e lalgebra, invece, hanno
pochi segni semplici arbitrari; 4. Affinita'
e reciproca congiunzione tra filosofia e
matematica: la qualita' e' inseparabilmente
connessa con la quantita'; 5. La
matematica ha a che fare soltanto con la
possibilita'; la filosofia ha a che fare, invece,
con lesistenza. Pertanto levidenza
degli oggetti filosofici e' inferiore
allevidenza degli oggetti matematici -
IX. La probabilita': 1. La probabilita'
e' per luomo la conoscenza piu' importante.
La probabilita' semplice; 2. La
probabilita' composta; 3. Confutazione
dello scetticismo humiano; 4. La
probabilita' in relazione a un intelletto
infinito. La prescienza di Dio e la libberta'
delluomo - X. Larte: 1. La
nostra felicita' dipende dal piacere. La ragione
e' perturbatrice del nostro diletto quando ne
rimugina lorigine; 2. La bellezza si
fonda su una rappresentazione confusa di una
perfezione. Limperativo della nuova etica
e': sentire, godere ed essere felici; 3. Al
di sopra della perfezione estetica sta la
perfezione metafisica, che consiste
nellintuizione dellunita' nel
molteplice; 4. Distinzione tra bellezza e
perfezione. Questultima non e' oggetto
dellarte; 5. Il fondamento del
nostro piacere e' contemporaneamente
nellanima e nel corpo; 6. Il teatro
ha la sua moralita'; 7. Lessenza
delle «belle arti» e delle «belle scienze»
consiste nellespressione sensibile della
perfezione; 8. Il soggetto delle belle
arti devessere decoroso, nuovo,
straordinario, fecondo; le sue parti devono
concordare in modo sensibile per formare un
intero; 9. Divisione delle belle arti
nelle loro classi particolari; 10. Il
sublime nelle «belle scienze»; 11. Il naiv
nelle «belle scienze»; 12. Natura e
genesi del diletto; 13. Lessenza e
il ruolo dellillusione nellarte -
XI. Il diritto: 1. La socievolezza, che
Rousseau nega, ha il suo fondamento
nellessenza dellanima umana; 2. Il
rousseauiano stato di natura e' uno stato
fittizio. Il suo vero carattere e'
logico-giuridico, non storico; 3. Confronto
tra luomo selvaggio e luomo civile.
Sintesi delle loro qualita' nella figura di
Socrate; 4. Nello scritto
sullorigine della disuguaglianza Rousseau
ha voluto confutare la concezione hobesiana
delluomo naturale o additare gli orrori del
dispotismo; 5. La critica del concetto
rousseauiano di liberta'; 6. Le guerre
sono causate da una mancanza di socievolezza
piuttosto che dalla socievolezza stessa; 7. Lo
scopo ultimo e' la perezione degli uomini, non
della societa'. Il tipo di costituzione e' in
relazione alla condizione e alla natura degli
uomini; 8. Il vincolo morale della
societa' dipende dal patto esplicito o tacito e
si basa sulla connessione tra diritti e doveri.
Ogni menbro di essa deve rinunciare a una parte
dei suoi diritti e della sua liberta' per il bene
dellintero; 9. Il saggio ha il
diritto di guidare gli uomini alla felicita'.
Aspetti costitutivi d essa e mezzi che la
promuovono. Diritti e doveri imperfetti e diritti
e doveri perfetti; 10. Quale forma di
governo e' da preferire? Chi ha il diritto di
governare e di mutare la forma di governo?;
11. Mendelssohn: la validita' del contratto
devessere dedotta dalla natura della
liberta' delluomo. La necessita' delle
leggi rituali come vincolo di unione; 12. Mendelssohn:
i contratti estorti. In caso di guerra il
vincitore ha diritto al risarcimento, che egli
deve fissare, ma che non devessere
eccessivo; altrimenti il trattato estorto non e'
vincolante per il vinto; 13. E.F. Klein:
la violenza non puo' fondare alcun diritto. Ogni
conclusione di pace deve avere a base il rapporto
tra guadagno del vincitore e cio' che
devessere ad esso sottratto; 14. Mendelssohn:
in verita' devessere la ragione a segnare i
limiti del diritto e delle violenza. La
valutazione della riparazione dipende
esteriormente dal vincitore, che e' pero'
interiormente obbligato a non oltrepassare i
limiti della verita'; 15. Mendelssohn: in
alcuni casi la pena capitale e' lecita. Il
diritto di punire e' fondato sul diritto di
natura - XII. Lo Stato e la Chiesa: 1.
Rapporto tra Stato e Chiesa. Il posto di
Hobbes e di Locke nella storia del diritto;
2. Lo Stato ordina e costringe; la Religione
istruisce e persuade. Diritti perfetti e diritti
imperfetti; 3. Casi di collisione tra
individuo e prossimo nello stato di natura e
nella societa'. Loro composizione; 4. La
validita' dei contratti; 5. Lapplicazione
della teoria dei diritti, dei doveri e dei
contratti alla distinzione tra Stato e Chiesa;
6. Il Giudaismo e' una legislazione
soprannaturale; il Cristanesimo e' una
rivelazione soprannaturale; 7. Evoluzione
della costituzione mosaica: dal re invisibile al
re visibile, dallidentita' tra Stato e
Religione alla loro separazione e opposizione;
8. Uneventuale riunione delle
confessioni potrebbe avere conseguenze funeste
per la ragione e la liberta' di coscienza -
Indice dei nomi.
In copertina:
Moses Mendelssohn. Ritratto di Johann Christoph
Frisch, 1786.
ISBN 88-7949-078-8
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