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Andrea Romanazzi
LA DEA MADRE E IL CULTO BETILICO. Antiche conoscenze tra mito e
folklore
marzo 2003, pp. 125, €
7,00
La
società e la cultura moderna presentano oggi, con nuove vesti,
antichi retaggi culturali e rituali pagani, spesso assorbiti dalle
attua- li religioni, che però si ripresentano con forza tra le pieghe
del manto tessuto proprio per nasconderli e coprirli. È così che il
vento della reminiscenza fa gonfiare questi veli facendo loro assumere
le forme di una antica figura pagana la Dea Madre, divinità dai tanti
nomi, Iside, Isthar, Venere, Gaia, Epona, e che oggi potremmo
facilmente identificare con le numerose Vergini Nere "nigra
sum sed formosa" presenti in tutto il Continente.
Per
conoscere le sue reali origini e andare alla ricerca delle tracce che
la mater ha lasciato nel folklore e nella cultura la popolare
d'Italia e d'Europa dovremo addentrarci tra le lande desolate di miti
e antiche leggende. La Dea non è mai scomparsa, essa si è solo
ritirata nel profondo delle foreste e dei boschi, con il suo compagno,
il Dio, apparendo nelle fiabe e nelle tradizioni popolari, lasciando
come "monito i suoi templi: le pietre.
Sarà proprio il culto della
roccia sacra o betilico, presente in tutto il folklore
italiano, a guidarci come mistico filo d'Arianna tra le figure di Artù
e del paladino Orlando, di Teseo e il Minotauro, tra le Amazzoni e le
divinità arboree, passando poi per Ulisse ed Enea alla ricerca del
ramo d'oro che schiude la conoscenza, o della mistica mela dell'albero
dell'Eden che tanto ricorda i pomi di Avalon o del giardino delle
Esperidi. Ancora oggi si possono udire i menhir cantare e parlare
all'orecchio dell'uomo, sono suoni e vibrazioni d'eternità che
riescono a lacerare quel velo che oscura il nostro passato.Sommario:
Prefazione
- Introduzione - Prima parte: Il culto della pietra: Gli
omphalos e i massi di Orlando; Le pietre della fertilità e il
priapos; La sacra stalattite e il pozzo; Il culto della
spada e della roccia come metafora del raggio solare e della terra; La
Dea Madre e le Vergini Nere; La Dea e il culto del serpente -
Seconda parte: I templi della Dea: alla ricerca delle origini:
In viaggio verso il corpo della Dea; Il sacro ventre - Terza
parte: Il culto arboreo: Adone e Attis; Dioniso;
Osiride; Priapo e Pan; Conclusioni - Quarta
parte: Le festività celtiche: Le feste del fuoco; Samhain;
Imbolc; Beltane; Lughnasadh - Bibliografia.
In copertina: Visuale del Callanish Stones dell'Isola di Lewis -
photographer Ann Bowker (http:/www.keswick.u-net.com).
Retro: La vergine di Willendort c.a. (25.000-19.000 a.C.)
ISBN 88-7949-301-09 |