Di Salvatore Memeo conosco le fasi più recenti della sua incredibile
vicenda umana vissuta per la più gran parte fuori di San Ferdinando
di Puglia, paese che gli ha dato i natali il novembre 1938 e dove ha
trascorso la sua infanzia e l’adolescenza tra le difficoltà che
l'immediato dopoguerra ha riservato a quasi tutti quelli della sua
generazione, che per sopravvivere dovevano cominciare a lavorare
all'età di sette-otto anni.
Come tanti altri ragazzi della sua età negli anni cinquanta egli va via
dal paese per cercar lavoro nell'Italia settentrionale e in Germania.
Ho rivisto Salvatore solo una decina d’anni fa, al suo ritorno al paese
per aprirsi un ristorante.
Di lui mi ha sorpreso non solo la sua bravura di ristoratore, ma anche
quella di intrattenitore e affabulatore, in grado di deliziare ai suoi
avventori il palato e… lo spirito, declamando all’occorrenza poesie di
Trilussa, di Carducci, di Leopardi e di altri grandi poeti, di cui
conosce a memoria numerosissime liriche.
Mi era nota la sua abilità di scrivere testi di canzoni originali che,
insieme alle salaci e gustose parodie di noti motivi, amava e ama
cantare con la sua gradevole e possente voce tenorile in compagnia dei
tanti amici (e qui si fa vivo il ricordo che da ragazzini si cantava
insieme nei cori dell’oratorio), ma il dato più sorprendente mi si è
rivelato leggendo alcuni suoi scritti, in cui ho scoperto una notevole e
insospettata sensibilità poetica.
L 'amico che io avevo lasciato circa quarant’anni prima on una gran
voglia di cercar fortuna e con la sua passione per il canto, me lo sono
ritrovato nelle vesti di autore dall’inesauribile vena poetica.
La sua incredibile produttività ha reso, in breve tempo, possibile la
pubblicazione dì una cospicua raccolta di liriche con diversa
ispirazione, dal titolo rappresentativo de La bolgia in
cui si possono cogliere inequivocabili connotazioni autobiografiche.
Egli racconta che l'interesse per la letteratura e in particolare per la
poesia lo scopre grazie ad un amico sacerdote di Milano, che lo aiuta a
studiare nelle ore serali e a conseguire in quella città la licenza di
terza media in poco tempo.
Ma Salvatore, senza rinunciare all'idea di continuare gli studi, dopo
circa quarant’anni, consegue il diploma di Ragioniere con ottimi voti e
gli elogi dei membri della commissione esaminatrice, alla bell'età di
sessantacinque anni.
Nel corso del curriculum scolastico che lo porterà al brillante
conseguimento dell'ambìto titolo, partecipa come alunno esemplare ad
alcuni concorsi letterari, piazzandosi sempre ai primi posti.
So che per la sua naturale ritrosia Salvatore proverà imbarazzo a
leggere queste mie note: è il prezzo che io gli chiedo di pagare, perché
non restino nascosti agli altri i suoi meriti, gli esemplari impegni e
gli obiettivi realizzati.