I trucidati di Burreli erano italiani che avevano solo
obbedito alla Patria e alle leggi dell'onore.
Questa frase è stata estrapolata dal romanzo, largamente autobiografico,
dello scrittore Di Terlizzi (per la cronaca, ha militato nelle file
dell'Arma dei Carabinieri dal 1941 al 1983). Essa porta non solo una
testimonianza diretta, vissuta e subita, sul secondo conflitto mondiale,
ma pone anche un interrogativo meritevole di qualche approfondimento.
Il testo originale sfiorava le settecento pagine. Abbiamo deciso di
diluirlo nell'intento di rendere più avvincente lo scorrere degli eventi
e fare in modo che il lettore si appassionasse alla storia di Carlo e
Ursula e ...sperasse nel lieto fine.
La morale, scontata del libro, è che la guerra non ha mai un lieto fine
e spetta agli uomini di buona volontà operare per evitarla. Erasmo da
Rotterdam affermava “La guerra è dolce per coloro che la vedono da
lontano": Pompeo Di Terlizzi l'ha vista da vicino.
Il libro è dedicato alla memoria di Mario Cavalli che ha tifato sempre
per la pubblicazione del lavoro perchè considerava Di Terlizzi un amico
sincero, un uomo onesto, un italiano integro.